Antonio (Tonio) Dei

Antonio (Tonio) Dei

(Lanusei, 1926 – Lanusei, 1996)

A

ntonio Dei nasce a Lanusei il 14 dicembre del 1926, la madre si chiamava Lidia Piroddi, suo padre Ennio Dei. Il padre lavorava in banca mentre la madre si occupava delle faccende domestiche. Era il secondogenito, prima di lui la sorella Maria Bonaria. Dopo Antonio nacquero altri quattro fratelli: Rosario, Vincenzo, Erasmo ed Ennia la quale ebbe questo nome in quanto il padre Ennio morì quando ella stava per nascere. Tonio quando morì il padre aveva solamente dieci anni. Mentre cresce si appassiona al teatro e fa ingresso nella compagnia di attori presente a Lanusei, il suo paese. Era appassionato di spettacoli drammatici e per tale ragione decise di rappresentarli a teatro; tali drammi provocavano la commozione del pubblico. Prevalentemente metteva in scena drammi di Goldoni e Pirandello e anche altri. Inizia quotidianamente a appassionarsi alla letteratura sarda, alla linguistica sarda ed ai libri unitamente alle tradizioni della Sardegna. Intrattenne contatti con: Marcello Serra, Luigi Farina, Lina Aresu e Evelina Garau dando vita con loro ad una bella amicizia. Ebbe con tali persone un intenso scambio epistolare con contenuti che spaziavano dalla linguistica alle tradizioni. I suoi compaesani erano soliti intrattenersi con lui per ascoltare i suoi racconti. Era in possesso di un esercizio commerciale denominato Emporio Roma dove vendeva di tutto (carta, piatti e così via) luogo che ben presto divenne un punto di incontro e di scambi di opinioni. Per gioco aveva iniziato a scrivere racconti brevi; aveva raccolto un numero elevato di termini sardi sia vecchi che nuovi, inoltre catalogò piante e animali ed inizò a scrivere la commedia Unu malu e s’atru peusu. Nel 1984 la moglie Gina morì per problemi cardiaci e tale perdita provocò un immenso dolore in Tonio. La sorte ha voluto che persino Tonio venisse sottoposto a intervento chirurgico successivamente. La sua voce si fece debole, sembrava un bisbiglio, però si mise a scrivere ugualmente nonostante la sua voce si stesse affievolendo sempre di più. Parleranno gli stessi personaggi delle sue commedie. Scrive la notte per terminare la commedia Unu malu e s’atru peusu decicata a Gina e scrive racconti per bambini; nel teatro inizia la sua attività di direttore. La sua casa era sempre frequentata da tante persone, la frequentano molti amici dal momento che era persino un esperto di archeologia e numismatica. La sua opera inizia ad essere conosciuta in tutta la Sardegna e tante compagnie teatrali decidono di metterla in scena. Scriverà anche altre commedie: Ma chini e’ su dottori, Ditta Carroni Raimondo e Ma castia una beffa tutte del 1989; successivamente venono pubblicate Pani e presta, Ndi portas unu ‘e pitiolu e Antoni Berritta. Celebre la sua frase: «L’umorismo è la cintura di salvataggio nel fiume della vita». Muore nel marzo del 1996. Il suo paese gli dedicherà nel 2001 il Cinetatro dove verranno messe in scena le sue commedie, si realizzano spettacoli e incontri sociali per la piccola cittadina ogliastrina. 

MA CHINI E’ SU DOTTORI?

Dott.
Duncasa, su chi tenidi issa si narada: “Amnesia, naraus ca non è nudda de gravi e ca ciai si podi curai.

Maria
Chi no facciu irballiu, propriamenti de cussa maladia a nosu ndi fu morta una craba mannalissa “Cerasedda” una bella craba veramenti!

Dott.
Ma e it’è narandu… s’amnesia non è maladia chi podi corpiri sa craba.

Maria
Mah! A mei ciai mi pari’ ca fudi unu nomini propriamenti aici; mi subengiu ca si fu’ fatta a unfradura, a unfradura e morta si fudi. Peccau! Bella craba!

Dott.
Ca nossi, non è maladia chi pigada a unfradura.

Maria
Non m’had’a pigai a puntasa a brenti?

Dott.
Ma e ita nc’intra sa ‘entri? Amnesia, in pagu foeddusu, ‘oli nai ca ddi scarescinti facilmenti is cosasa. Comenti si dd’hia podi spiegai…?

Maria
Tandu ‘oli nai “conca abbada”, “conca scarescia”?

Dott.
Giustu! Propiamenti aici!

Maria
Si esti aici pagu mali, su dannu hadessi pagu! S’interessanti è chi mi subengia de pappai e de buffai, po satru pagu mali, ciai non si moridi.

Dott.
Pappai e buffai ciai, ma si depi subenni de pigai per ir mexinasa!

Maria
Sissi! Duar gocciasa coranta ‘ortasa a sa dì.

Dott.
Nossi! Coranta gocciasa duar bortasa a sa dì!

Maria
È sa propria cosa! Cussu ciai mi ddu subengiu, ma po mellus’ seguranza scriamiddu, mancai non iscia liggi costa pagu a ddu scriri… Però, de conca… issu puru!… Dd’esti scaresciu de mi onai ir mexinasa.

Dott.
E non ddas pòrtada in manusu?

Maria
Tenidi arrexioni! Accident’e conca! Bah! Deu d’arrengraziu de totu, a si biri sanusu e bonu spacciu! (esce).

Dott.
A si biri! A si biri! …Amnesia, amnesia… mi pari ca è maladia chi in custa ‘idda nc’est’a pesta… è giai sa de tresi chi si nci essi’ chena pagai. Chi siada Amnesia? Boh!? Si sigheusu aici mi pari ca hap’essi ‘eu a mi scaresci coment’es’fattu su dinai; non fainti che ‘onai consillusu, consillusu… Ma insomma CHINI È SU DOTTORI?!?! Non soi ancora arrenesciu a ddu cumprendi… […]

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