Pigaus e apoddaus custa nova de su blog de Vito Biolchini:

La notizia la trovate confinata in poche righe nei giornali, ma ieri il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno di straordinaria importanza, proposto dal gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà. Il testo lo trovate alla fine del post, ma il documento così viene efficacemente riassunto dall’ufficio stampa di via Roma:

Il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno (Sechi e più) sulla promozione e sulla valorizzazione della lingua e della cultura sarda e delle lingue parlate in Sardegna, in specie il catalano. L’ordine del giorno impegna il Consiglio, il Presidente della Regione e la giunta regionale a realizzare sul piano normativo, amministrativo, finanziario e organizzativo ogni necessario intervento finalizzato all’insegnamento e all’uso della lingua sarda in ogni ordine e grado della istruzione. L’odg impegna altresì ad adottare i necessari provvedimenti al fine di assicurare in ogni ufficio pubblico del territorio della Sardegna la produzione degli atti di competenza e valore esterno anche in lingua sarda.

L’importanza della decisione del Consiglio è evidente e si presta a tre tipi di considerazioni.

La prima: non è vero che sulla lingua sarda ci si divide sempre, anzi. Ieri, nel giorno in cui era in discussione anche la possibilità di andare a votare un referendum per l’indipendenza, c’era il rischio che l’ordine del giorno sulla lingua venisse bocciato. Invece no. Il documento è passato e adesso sancisce un impegno politico fortissimo da parte non solo della giunta ma anche dei singoli partiti e consiglieri che lo hanno votato.

La seconda considerazione è questa: il tema della lingua sarda, del suo utilizzo nelle scuole e nella pubblica amministrazione, non è di sola pertinenza dei partiti indipendentisti.

La terza: con questa iniziativa Sel ricuce uno strappo ultradecennale tra le ragioni dell’identità e quelle della sinistra. L’ostilità dei “compagni” nei confronti del bilinguismo è stata sempre forte e radicata. È evidente che qualcosa di nuovo sta succedendo, e Sel è stata capace di interpretare in questo modo una sensibilità diversa che si sta diffondendo nella sinistra sarda.

Che fare adesso? Il primo terreno di scontro sarà la prossima finanziaria. Nell’ordine del giorno c’è scritto chiaramente che il voto “impegna il Consiglio, il Presidente della Regione e la giunta regionale a realizzare sul piano normativo, amministrativo, finanziario e organizzativo ogni necessario intervento”. Servono risorse, altrimenti restano solo belle parole. Altrimenti è solo una presa in giro.

Secondo obiettivo: Cagliari. Con questo odg Sel ha fatto una scelta precisa a favore della lingua sarda. La prima amministrazione dove si devono mettere in pratica questi intendimenti è dunque quella del capoluogo, dove Sel governa. Cagliari ha bisogno di una politica linguistica più decisa.

Ognuno farà la sua parte, ma la strada è segnata. Stasera alle 17.30, nella sede della Fondazione Sardinia in piazza San Sepolcro (quartiere Marina) a Cagliari) riprendiamo a confrontarci sulla possibilità di organizzare in città dei “flash mob” linguistici. Serve l’apporto di tutti, il gruppo è già bello numeroso ma più si è meglio è.

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CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA XIV LEGISLATURA

Ordine del giorno n. 90

approvato il 12 dicembre 2012

ORDINE DEL GIORNO URAS – SECHI – COCCO Daniele Secondo –CUGUSI – sulla autodeterminazione responsabile del popolo sardo  .

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IL CONSIGLIO REGIONALE

al termine della discussione sulla mozione 224;

PREMESSO che:

– la lingua e la cultura sarda, e le lingue parlate in Sardegna, in specie il “catalano”, rappresentano caratteri fondamentali e di valore assoluto dell’identità del popolo sardo;

– tali caratteri e valore vanno preservati dai sistematici tentativi di aggressione finalizzati alla omologazione alle culture dominanti;

– il patrimonio culturale linguistico consiste nella principale risorsa di un popolo, costituisce l’elemento principale della propria identità nazionale, rappresenta radice e prospettiva per le nuove generazioni;

impegna il Consiglio, il Presidente della Regione e la Giunta regionale

a realizzare sul piano normativo, amministrativo, finanziario e organizzativo ogni necessario intervento finalizzato all’insegnamento e all’uso della lingua sarda in ogni ordine e grado della istruzione;

ad adottare i necessari  provvedimenti al fine di assicura in ogni ufficio pubblico del territorio della Sardegna la produzione degli atti di competenza e valore esterno anche in lingua sarda.

Cagliari, 19 dicembre 2012

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