Artìculu de Cesare Giombetti pigau de cagliaripad.it.
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L'”Acadèmia de su Sardu onlus” propone un’alternativa alla Limba sarda Comuna (LSC), chiedendo l’istituzionalizzazione della lingua sarda nelle sue due varianti e delle altre lingue presenti nell’Isola, le cosiddette alloglotte
Il 13 novembre, a Carbonia, si è svolta la conferenza di presentazione del libro “Arrègulas po ortografia, fonètica, morfologia e fueddàriu de sa Norma Campidanesa de sa Lìngua Sarda a incuru de su Comitau Scientìficu po sa Norma Campidanesa” della Alfa Editrice, curato dal Comitato scientifico per la norma campidanese del sardo standard.

L’appuntamento è stato un’occasione per coltivare il dibattito relativo alle possibilità della lingua sarda. Da anni si discute infatti su quale possa essere la soluzione per istituzionalizzare e normare il sardo, con una vera e propria lotta tra fazioni. Le opzioni in campo fino a oggi erano varie e la polemica si è accesa in questi anni in particolare sull’opportunità dell’utilizzo di una lingua sarda unica, la cosiddetta Limba Sarda Comuna (LSC).

Chi sostiene quest’opzione teorizza che l’unificazione possa dare maggior forza istituzionale e maggiore facilità di codificazione, anche per risolvere le questioni “burocratiche”, ovvero avere un unico idioma per i documenti e per l’insegnamento.

Da sempre però questa possibilità ha generato dissapori, a causa della forte diversità fra le due macro-varianti (logudorese-nuorese e campidanese). Si parla di varianti “macro” e non semplici proprio perché c’è possibilità di comprensione reciproca, ma ostacolata dalle differenze non minimali.

L'”Acadèmia de su Sardu onlus” propone una soluzione al problema, chiedendo l’istituzionalizzazione del sardo nelle sue due varianti e delle altre lingue presenti nell’Isola, le cosiddette alloglotte (sassare, gallurese, algherese, tabarchino).

In questo modo ci sarebbero due parlate da codificare, il nuorese-logudorese e il campidanese. Si parlerebbe di “sardu a duas càmbas” (sardo a due gambe). L'”Acadèmia” propone dunque delle norme per il campidanese, già adottate dalla Provincia di Cagliari, dal Comune di Capoterra e dal Comune di Mogoro, basate sulla letteratura di riferimento, ovvero le improvvisazioni dei “cantadoris” che già avevano creato una sorta di campidanese unico de facto.

Oreste Pili, presidente dell'”Acadèmia” e docente di lingua tedesca e sarda definisce la LSC come un atto di tipo fascista, paragonabile proprio alla legge gentiliana del ’23 che puntava alla scomparsa dei dialetti.

Per il presidente si tratta di una vera e propria battaglia per ristabilire la democrazia. In quest’ottica, il 18 ottobre è stata redatta una lettera indirizzata alla Regione Sardegna e volta al riconoscimento delle due parlate e all’obbligatorietà dell’insegnamento nelle scuole.

Tutte le iniziative dell'”Acadèmia” sono elencate nel blog di riferimento.

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